Museo Archeologico Comunale di Villa Sulcis
Questo piccolo museo, situato nella città di Carbonia, a 15 km da Sant'Antioco, aperto nel 1988, ospita reperti provenienti da diversi siti archeologici. E' ben curato, allestito in uno spazio dedicato allo scopo e offre una splendida prospettiva della vita dai tempi preistorici.
Il museo mette in risalto un importante collegamento con l'antica città di Monte Sirai: fondata dai Fenici circa nel 750 a.C., questo sito venne poi occupato dai Cartaginesi nel 6 ° secolo a.C., per l'importanza strategica che il luogo rivestiva in Sardegna. Da allora, la vita continuò più o meno pacificamente tra i nuovi abitanti e i popoli nuragici fino al secondo secolo a.C., quando la città venne improvvisamente abbandonata. Il tofet (luogo di sepoltura per i bambini) di Monte Sirai è qui parzialmente ricostruito. Due preziose collezioni private, le collezioni Doneddu e Pispisa, presentano oggetti interessanti e manufatti riguardanti la successione delle antiche culture, risalenti dalla preistoria (come gli oggetti in ossidiana e selce) fino all'Alto Medioevo, nella regione del Sulcis.
Queste civiltà hanno lasciato molti reperti: tutti i materiali in mostra sono la testimonianza del rapporto tra l'uomo e questo territorio nel corso di cinque millenni. Al fine di mostrare il contesto, ogni periodo è rappresentato con un allestimento dedicato ad ogni singola epoca. Il layout del Museo e il modo in cui gli oggetti sono esposti è moderno e accattivante.
Il Museo si pone come centro promotore di attività didattiche, riguardanti storia e archeologia, con l'ausilio di audiovisivi e di un sistema multimediale che possono offrire ai visitatori un tour virtuale della città di Monte Sirai.
Orario di apertura invernale: 9,00-13,00 / 15,00-19,00 per ulteriori info: tel. +39 078163512
Museo Civico Archeologico di Santadi
Il piccolo Museo Civico Archeologico di Santadi (una bella cittadina, conosciuta per la sua ricca agricoltura e per i suoi vini eccellenti) è stato aperto nel 2001: dà una visione affascinante sulla storia antica della Sardegna. Quando il tempio sotterraneo, dedicato alla dea delle acque, fu scoperto nel 1968, Santadi è diventata popolare tra gli studiosi e nella vita archeologica della Sardegna.
All'interno di questa grotta-santuario, sono stati scoperti migliaia di vasi di epoca nuragica, lamine in oro, i resti di monili e molti manufatti in bronzo, tra cui un treppiede, pugnali sacrificali, navicelle votive: oggetti reali che appartengono a un mondo ancestrale. Successivamente vennero effettuate ricerche approfondite anche alle Tombe dei Giganti a Barrancu Mannu, alla cittadella fenicio-punica di Pani Loriga e presso le "Domus de Janas", le tombe della necropoli prenuragica di Montessu. I reperti scaturiti dalle indagini e dagli scavi attestano non solo l'antichità del luogo, ma anche la rete di scambi e commerci, probabilmente organizzati dalle colonie costiere, che collegavano queste civiltà al mondo greco e etrusco.
In un primo momento, i reperti archeologici sono stati conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e presso il Museo Archeologico di Villa Sulcis a Carbonia, ma il comune di Santadi si è mosso rapidamente per disporre di locali adatti per ospitare questi tesori in un moderno museo archeologico. Oggi, alcuni degli oggetti ritrovati sono tornati a Santadi e sono in mostra nelle tre stanze del suo museo.
Orario di apertura invernale: 9.00 - 13.00 / 15.00 - 17.00 |